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ETICA E POLITICA. Spagna in piazza contro l’aborto

Michela Coricelli mercoledì 18 febbraio 2009
Diecimila volontari, 11mila conferenze in tutta la Spagna, un milione di spillette con il logo della campagna: i piedini di un feto di 10 settimane, a grandezza naturale. La nuova sfida del Foro della famiglia ha un titolo che parla da sé: 'Su vida es tu vida', la sua vita è la tua vita. Una campagna informativa diretta a un milione e mezzo di persone per far sapere «a tutte le donne che c’è sempre qualcuno dispo­sto ad aiutarle volontariamente e gratuitamen­te », spiegano gli organizzatori. La riforma della legge sull’aborto non appariva nell’ultimo programma dei socialisti spagnoli, ma il governo di José Luis Rodriguez Zapatero ha spinto il piede sull’acceleratore, promuovendo la totale liberalizzazione dell’interruzione della gravidanza entro un determinato periodo di ge­stazione (probabilmente 14 o 16 settimane): la proposta socialista verrà discussa oggi in Parla­mento. Ma il Foro della Famiglia non resterà a braccia conserte in attesa dell’approvazione del­la nuova legislazione. La campagna inizierà a marzo e durerà 43 settimane: «Poco più di una gravidanza» sottolinea Benigno Blanco, presi­dente del Foro. Il messaggio è rivolto in partico­lare alle donne incinte in difficoltà per ragioni e­conomiche, sociali o personali. «Vogliamo che tutte loro sappiano che ci sono alternative all’a­borto e che conoscano le risorse sulle quali pos­sono contare, perché non sono sole» assicura Blanco. Non a caso accanto al Foro scende in piazza la Rete Madre di Madrid, una fondazio­ne che da anni presta un forte appoggio a madri in situazioni complesse. Per la presidente di Re­te Madre, Carmina García-Valdés, in Spagna «la donna è quasi obbligata ad abortire». Il proble­ma chiave: la mancanza di informazioni su op­zioni alternative. L’80% delle madri aiutate dal­la Rete hanno deciso di andare avanti con la gra­vidanza, nonostante avessero già un appunta­mento in clinica per l’interruzione. Per Blanco si tratta di una «soluzione codarda»: la donna vie­ne abbandonata a se stessa e «non si affronta il vero problema, la crescita dismisurata – e senza paragoni nel resto d’Europa – del numero degli aborti». Nel 2007 superarono i 112.000 casi: un 10% in più rispetto all’anno precedente. La riforma costituirà «un’ulteriore forma di vio­lenza contro la donna» e approfondirà «la man­canza assoluta di protezione della vita del non nato», lamenta Blanco. In Spagna l’aborto è de­penalizzato dal 1985 soltanto in tre casi: stupro, malformazione del feto e grave rischio fisico o psicologico per la madre (il 90% delle interru­zioni di gravidanza ricorrono a questo criterio). La proposta socialista prevede la facoltà di a­bortire – senza il consenso dei genitori – anche a 16 anni. Benigno Blanco